La testimonianza di Sonia

La testimonianza di Sonia

  • di Redazione
  • 24 Dicembre 2014
  • Testimonianze

Le parole di una paziente oncologica durante il primo convegno di Mai più Sole

Il mio incontro con il tumore risale a poco meno di un anno fa.

Dal mese di gennaio ho avuto una febbriciattola costante dovuta ad un’infezione, curata successivamente con un ricovero ospedaliero e con l’assunzione di antibiotici per tre settimane. Il tutto conclusosi con una laparotomia per una presunta cisti endometriosica, che si rivelerà un ascesso ovarico.

Durante il ricovero ospedaliero avevano escluso la presenza di tumori.

Il 14 marzo 2014, quando andai a ritirare il referto istologico i due tra i medici che mi operarono, mi vollero parlare. Mi accolsero in una stanza e in maniera frettolosa, mi comunicarono che nel risultato dell’esame risultavano tracce di adenocarcinoma ovarico, in poche parole, avevo un tumore maligno! Io, con il morale già a terra dal precedente intervento, rimasi scioccata!

Ricordo che uscì dalla stanza visibilmente scossa e chiamai la persona che il giorno mi aveva accompagnato.

Chiesi nuovamente ai medici di ripetere ciò che avevano detto, perché io non connettevo più. I medici, ripeterono la diagnosi, utilizzando tanti di quei termini tecnici che secondo me, neanche loro sapevano. Mi dissero che sarebbe stato meglio farmi seguire all’ospedale oncologico.

Mettendomi nei panni dei medici immagino che, non sia stato assolutamente facile dover dare una notizia del genere. Ma, in quel momento, mi sarebbe bastata solamente una parola di speranza e di conforto, invece, ho avuto la sensazione di essere un pacco postale, spedito da un ospedale ad un altro.

Durante il tragitto verso l’ospedale oncologico, i miei pensieri scorrevano velocissimi ma, quello più pressante era fermo alle due parole: tumore maligno! In quei momenti ho pensato di non essere in grado di affrontare il peso del macigno che mi era piombato addosso.

Lo stesso giorno, ho conosciuto il Dirigente responsabile e chirurgo del reparto di ginecologia oncologica. I suoi occhi da subito mi trasmisero serenità. Mi accolse nel suo studio e, dopo avere esaminato il mio caso, mi chiese come mi sentivo ed io gli risposi che ero psicologicamente distrutta. Cercò di confortarmi e mi disse che dovevo reagire ed iniziare a combattere cercando il più possibile di stare serena, infatti, una mente positiva, reagisce meglio alla malattia. Mi disse che avrei dovuto affrontare un altro intervento per vedere l’entità del tumore.

A maggio del 2014, affrontai una seconda operazione che eliminò chirurgicamente il tumore. Successivamente mi è stato detto che mi sarei dovuta sottoporre a quattro cicli di chemioterapia per evitare che il cancro si presentasse nuovamente. La parola chemioterapia, fa paura perché è ancora un tabù ma se la vedessimo in chiave umoristica è un po’ come andare dal parrucchiere: fai la fila, aspetti il tuo turno leggendo un giornale, poi ti siedi in poltrona e attendi che ti venga fatta l’infusione. La differenza è che dal parrucchiere, torni a casa con un nuovo look, invece, dopo la chemioterapia… ti ritrovi direttamente senza capelli!

Ovviamente si sdrammatizza, gli effetti della chemio, sono sfiancanti e pesanti, per un paio di giorni ti rendono fuori uso, ma dopo, si riesce a riprendere le attività quotidiane (con un po’ di fatica in più).

Sia al settimo che al quinto piano ho conosciuto persone splendide tra medici, infermieri e pazienti che sono diventati i miei compagni di viaggio.

Una tra queste è la mia oncologa, persona di grande umanità e dolcezza. Durante tutto questo periodo, ho avuto tempo per riflettere e sono giunta alla conclusione che il cancro mi ha trasformato ma in meglio. Grazie alla fede che mi ha sostenuto nei momenti più bui e grazie all’affetto dei miei cari, che si sono uniti attorno a me come una catena inossidabile, ho trovato la forza necessaria per affrontare la malattia. Mi sento di poter dire che dopo aver ricevuto una diagnosi di tumore, la prima cosa da fare è armarsi di forza e coraggio, cercando di avanzare nel buio senza avere paura.

Concludendo, ringrazio infinitamente tutti voi, perché grazie a questa manifestazione avete dato voce ad un tumore che è sempre stato messo nell’ombra in quanto "poco conosciuto".

Il tumore dell’ovaio è anche chiamato il "killer silenzioso", in quanto è asintomatico quindi, la maggior parte delle volte, ci si accorge di esso quando è ormai troppo tardi.

Ultimamente le tecnologie sempre più all’avanguardia, gli studi più mirati (il test per la mutazione del gene BRCA2) e soprattutto le campagne per la prevenzione (pubblicizzando la visita ginecologica e l’ecografia interna) sono molto importanti per aumentare la conoscenza su un tumore purtroppo, ancora poco conosciuto.