Una stella che danza...
- di Redazione
- 7 Gennaio 2019
- I Mille Colori di Fausta
La nostra amica Fausta Giorgia Mascia colora il lunedì regalandoci un nuovo racconto per la rubrica "I Mille Colori di Fausta"
Il portone d'ingresso si chiude con un colpo secco. Segue il silenzio che si diffonde nuovamente intorno a me: sono sola. Carlo è andato a fare la spesa. Stesa sul letto, con la testa sprofondata sul cuscino tiro su le coperte fino al mento: sono le 7:30 ed ho tanta paura. Una musica zen, a bassissimo volume, stempera il silenzio: è monotona e non mi dà nessun sollievo. Più tardi dovrò alzarmi: preferirei stare a letto ma so’ che questo bisogno è dovuto dal rifiuto di affrontare la giornata per cui è importante fare piccole cose per non lasciarsi vincere "tristezza".
Prima non mi ammalavo quasi mai ossia ogni settimana, per un giorno, poltrivo per recuperare la stanchezza dei giorni precedenti nei quali mille attività mi impegnavano su fronti diversi: cuoca per la famiglia, madre per tre figli, insegnante per il sociale, colf a tempo pieno … Insomma una vita con poco tempo per annoiarsi ecco perché lo stare qui al letto mi rende nervosa e piena di sensi di colpa. Vorrei non essere un "peso" per i miei cari che hanno alterato i propri ritmi per adeguarsi alle mie necessità …
Mi infilo più in profondità sotto il soffice piumone: ci sono, mio Dio, cose ben peggiori e gli esempi possono essere tanti … Io, dopotutto, sto recuperando le energie dopo la chemio; è successo che mi sono ammalata ed ora le mie energie vitali sono basse.
C'è un grosso buco nel mio cuore e giorno dopo giorno lo riempio con cose pratiche, sogni, pianti silenziosi: se nei momenti di tristezza fosse possibile assumere una pillola della felicità lo farei ben volentieri ma purtroppo pare che l'unico scienziato capace di crearla sia chi non la possiede. È difficile da descrivere la paura si presenta improvvisa soprattutto quando sono sola: Frank Herbert la definiva giustamente "l'assassina della mente" perché è come vivere, contemporaneamente, tutti i dolori del passato, del presente e dell'immaginato futuro in uno stesso istante
Mi alzo e, dopo la doccia e la colazione, mi attivo per fare qualche piccolo lavoro domestico ed organizzare il pranzo; sento l'esigenza di sentire i miei figli: per rassicurarli e rassicurarmi sentendo le loro belle ed amate voci!
Mi hanno detto che esistono diverse reazioni psicologiche derivanti dall'affrontare il demolitivo intervento chirurgico prima è la chemioterapia dopo ma, quando il panico mi assale nessun ragionamento riesce a salvarmi da questa emozione devastante, tantomeno l’accettazione di ciò che ho vissuto e che ancora sento. Il tempo curerà anche questa ferita ed io mi devo impegnare a collaborare con esso perché sono consapevole del fatto che in alcune battaglie si è sempre … soli! Poi sicuramente, e spero molto presto da tutto questo nascerà una stella che danza perché ricordo che "bisogna avere in se' il caos per partorire una stella che danzi (F. Nietzche).