La visita programmata

La visita programmata

  • di Redazione
  • 29 Aprile 2019
  • I Mille Colori di Fausta

Torna il lunedì dell’amica Fausta Giorgia Mascia con un nuovo racconto pieno di emozioni

Ore 11:00, CTO di Iglesias. Sono qui per la TAC. Vicino a me un ragazzone che avanza nel corridoio senza sosta: è prima di me. " Ha mai fatto la TAC signora? Per me è la prima". Gli sorrido " mi creda non è così male, io ne ho fatte tante e la mia sola paura è l'esito, non TAC in sé". Ride " bene almeno questo!".

Siamo in pochi. Orari precisi e, quando è il mio turno, tutto si svolge bene e abbastanza brevemente. Ma poi ci sono i giorni dell'attesa. I peggiori. Esco alle 11:40 è un bel Sole menefreghista mi scalda. Che ne sa lui di TAC? Fuori persone con carrelli, borse, alcuni frettolosi, altri più tranquilli formano piccoli crocchi di 2/3 persone e parlano appartate nel marciapiede. Sono scocciata. Sono oltre due anni che le mie uscite sono quasi tutte motivate da visite, riabilitazione, controlli, chemio. Gli ospedali sono la mia seconda casa più del market. Meno male che ho dei bei libri a casa da leggere e del capretto da rosolare. Pensare al quotidiano allenta il mio spirito impaurito è nervoso. Poi ci sono le mie trasmissioni preferite, il libro che sto scrivendo per partecipare all'evento annuale di Cattolica. Nonostante ciò l'ansia sottile e subdola si insinua e chiede " tu programmi ma che dirà la TAC?"Porca miseria, è vero! Fino a martedì prossimo questa spada di Damocle inciderà sulla mia resa quotidiana. Si aprirà spiragli di depressione, panico, pianto. Lo so e non posso farci niente. È però fino a martedì posso credermi sana e vivere come tale! " Sole tu riporterei con te i miei  sogni! Per tutte le albe che accenderai ancora essi ti appartengono" mi recito una delle mie poesie per fare il vuoto cerebrale. Poi con Carlo torno a casa. Ho tante cose da preparare per la Pasqua, devo anche acquistare un vestito nuovo per un evento importante.

Dimenticando le mie gambe doloranti affretto il passo con Carlo che mi tira dietro. Vita, bellissima vita, sto correndo da te, dalle tue brezze, dall'Estate che arriverà e forse mi troverà bene. Adoro l'Estate, adoro la vita, i colori, gli odori, i sapori della mia terra, i miei figli, mio marito, le mie Vale’s, Albachiara, le mie amiche " di pena", dottor Macciò che mi segue con mille premure, la mia oncologa la dottoressa Cherchi che riesce sempre a farmi sorridere. Posso dunque morire con queste certezze forti, determinanti, spronanti? Certo che no! Aspetterò e combatterò correndo ogni giorno incontro la vita, sia come sia! Vi voglio bene voi che mi spronate e amate. Non smettete mai di amarmi ed io sarò forte della vostra forza e, per non deludervi, scalerò il mio monte Golgota ma non per finire in croce, bensì per ringraziare Dio perché anche questa volta … ce la farò!