La rosa nera
- di Redazione
- 6 Maggio 2019
- I Mille Colori di Fausta
Ritorna l’appuntamento del lunedì con l’emozionante rubrica curata dall'amica Fausta Giorgia Mascia
Spengo la lampada. Cala la notte, in camera fisso il soffitto e le parole ricovero, tristezza, ansia, panico mi entrano nelle viscere facendomi sussultare. Mi mordo il labbro inferiore mentre cerco nel buio di tracciarmi una via. E va bene! Saranno cinque giorni, ci sono già passata. Sento i miei pensieri farsi confusi, come se la stanchezza di questi oltre due anni mi fosse caduta nuovamente addosso tutto d'un colpo. Un dolore sottile nel cuore e nel cervello. Altra pazienza. Fuori i versi violenti di qualche uccello notturno come un malaugurio. Sento un brivido lungo la schiena mi abbarbico, quasi fossi un rampicante, a mio marito che dorme vicino a me … Cado, per fortuna, nell'oblio del sonno. Alle sette contraggo le palpebre e … Mi sveglio. Ho iniziato questa malattia come una salita, confidando nell'energia fisica che da giovane mi contraddistingueva. Ma ora passati quegli anni, l’ impresa è più impegnativa e io sono più fragile, più spaventata. La tensione nervosa è compagna della mia giornata e mi sfinisce. Mi alzo sentendo un'emozione di dolore che ancora dovrò superare e una vertigine quasi mi fa perdere l'equilibrio, il mio antico panico che risorge. Affiorano, come in uno specchio offuscato, questi due anni trascorsi che si stavano perdendo nella memoria e che ora, inesorabili, ritornano. Sono quasi sommersa dalla paura per il nuovo piccolo intervento che dovrò subire. Le mie rose rosse, i miei colori caldi, la risacca, il cielo, il mare, i "quadri" di beltà infinita che stemperano la mia ansia, dono di dottor Macciò (i suoi post in FB) sono difficili da richiamare alla memoria. Ora mi sento una rosa nera: ho assorbito i colori caldi, quelli forti, quelli freddi e li ho tramutati in nero. I petali sono sempre bellissimi soffici ma sono neri perché la morte è nera … Penso -o morte della vita privatrice!- Quella che strappa bambini alle madri, madri ai figli. Infrange serrature ed entra ovunque. La morte devo ucciderla con il pensiero positivo oltre la vita stessa. Questo devo fare ora. Io la donna fragile sognatrice, devo nuovamente diventare tigre e combattere ancora per me e per chi amo. Sono una rosa nera ma sono anche fiera feroce. La morte deve sentirlo. Opporrò sempre resistenza e col mio scudo di amori che sono i miei figli, Carlo, quelli e quelle che mi amano mi rilasso e respiro. "So –Ham" e piano piano il terrore scivola, scorre via, mi lascia vuota ma viva e determinata. Ritornano i miei colori caldi a scaldarmi il cuore: l'arancione, il rosa, il rosso porpora, il verde, il blu due colori freddi ma forti. Però mantengo pure la rosa nera con le spine al fianco della tigre, esse saranno la mia forza interiore, bene e male insieme per vincere ancora l'intruso.