Kuza: tutto è possibile
- di Redazione
- 14 Gennaio 2019
- I Mille Colori di Fausta
Il lunedì si tinge di speranza e serenità grazie al racconto dell’amica Fausta Giorgia Mascia per la rubrica "I mille colori di Fausta"
La cura del carcinoma ovarico è devastante tanto per il corpo che per la mente la quale registra costantemente l'abbassamento della qualità della vita. Dopo l'intervento chirurgico sto affrontando la chemio con i suoi alti e bassi: quando il fisico si sente stanco, dolorante, mille domande (paure) affiorano alla mente e nessuna trova risposta! Il continuo stato di incertezza non fa altro che incrementare le mie paure e il pensiero entra in un circolo vizioso nel quale nulla ha senso o soluzione.
Nelle lunghe ore passate a letto ho cercato una soluzione al dolore che pervade la mia anima: ho letto che bisogna riprogrammare il pensiero grazie all’uso della "fantasia" … Ci provo!
Inspiro a fondo e rivolgo il viso verso il soffitto: vedo il mio sguardo velarsi, sto andando verso un altro mondo dove si è felici. Gli occhi pian piano si chiudono. Un suono dolce mi pervade, mi lascio andare. Pace! Finalmente non più ansia, panico o dolore. Entro nel mondo onirico dove tutto è possibile e dal quale ci si può svegliare …
Sono Kuza. Sono qui, lungo le sponde del Nilo che aspetta la chiatta che porterà il mio sposo e i miei figli maschi, belli come il Dio RA, a casa dopo un mese di navigazione. Vedo in lontananza, offuscata dal Sole, la sagoma della chiatta. Avrò più o meno 25 anni e mi sento felice. Certamente il mio sposo mi porterà gioielli e tele di seta. Dietro di me mia madre al riparo di una pianta di dattero vicino a un sicomoro: sta insegnando a delle ragazze come preparare delle grosse quaglie. Mi figlia Evisend sta seduta su un panno circondata da ciotole piene di madre perla e fibbie: intreccia fili di seta e nastri creando bellissimi oggetti per me e la nonna. La chiatta ora si vede chiara e netta. Sta approdando e gli schiavi saltano a terra e la speronano. Gli ultimi a scendere sono il mio sposo e i miei figli che mi corrono incontro. Abbraccio prima il mio sposo poi loro due; nonostante il caldo odorano di oli profumati. Il sole dardeggia ma nell'oasi si è al riparo.
Riapro gli occhi ho dormito circa due ore. Le gambe sono rigide e doloranti quindi devo levare le calze elastiche, massaggiarle con la crema e dopo assumere la pastiglia. Il sogno mi ha lasciata serena e chiedo a Dio di lasciarmi tale: desidero preparare una buona cena per mio marito e sentire miei figli.
Kuza è una donna che attende il bello e il buono: è tempo che mi concentri su ciò che voglio e non su ciò che mi preoccupa! Qui e ora posso fare questo piccolo gesto di fiducia nelle mie capacità di "creare" cose buone per il mio futuro e quello di chi amo, "tutto è possibile a chi crede!"