Il tocco gentile della vita
- di Redazione
- 21 Gennaio 2019
- I Mille Colori di Fausta
“Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell’impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va” (Eraclito)
Il lunedì si tinge di speranza e serenità grazie al racconto dell’amica Fausta Giorgia Mascia per la rubrica "I mille colori di Fausta"
Mi trovo nella "stanza chemio": una pioggia scialba e piatta comincia a cadere poi repentinamente si trasforma in pioggia fitta, forte che picchia decisa sui vetri, che scorre in rigagnoli sporchi ma gonfi d'acqua che bisogna scavalcare. A tutto ciò si aggiunge anche il vento che comincia a sferzare le chiome degli alberi, a spostare le scatole, le seggiole all'aperto, i vasi di fiori: la natura sta urlando in tutta la sua potenzialità creando solitudine nelle strade percorse da rari passanti e tanti veicoli che spruzzano acqua da tutte le parti. Il rumore dell'inverno, freddo, poco gentile, trascinante, che ci schiaffeggia il volto con acqua e gelo è pur sempre vita. Tanti bambini dell'oncologico e tanti ricoverati vorrebbero affrontarlo sotto ombrelli colorati e con stivali da pioggia e … Non possono farlo! Signore illuminaci d'immenso!
Ho terminato il mio ciclo breve, che ha sostituito quello lungo di sette ore, e mi preparo ad uscire dall’ospedale prima però desidero salutare la mia vicina di poltrona, metastatica, giovane con due bimbi che l'aspettano a casa. Ora si è addormentata dopo che mi ha confidato i suoi dubbi e le sue paure: le sfioro la guancia con una carezza leggera e silenziosa ma piena di affetto proprio come facevo con i miei figli da bambini. "Che la forza sia con te" penso "e con tutti noi di questo reparto e degli altri sparsi nel mondo". La tristezza si insinua come una serpe nelle mie viscere. La devo cacciare perché non diventi orrida depressione. Penso ai miei ragazzi, a Carlo, alle amiche di "Mai più sole", a questa giornata ventosa che mi farà stare a casa ma al calduccio, con luci smorzate, un buon libro, una pizza calda che cucinerò.
La felicità delle piccole cose, graduate ma immense per donne come me. Devo reagire devo coccolarmi, coccolare, devo cacciare la paura. Non è facile credetemi ma pensando agli amori della mia vita, alla forza che mi ha permesso di respinge tante complicanze io ringrazio! Ringrazio la vita e mi auguro che d'ora in poi il suo tocco si più gentile per me e per tutti! La vita è come un fiume che non ti permette di immergersi due volte nella medesima acqua: bisogna allenare il cervello a staccarsi dal corpo, a sentirsi libero di volare oltre le soglie del dolore di una sala "chemio", perché l’unica realtà stabile dietro i cambiamenti della vita sono io, ed io sono mutevole per cui … non ci sarà mai più ciò che è stato quindi devo guardare avanti per cercare il Sole, ovunque sia, nella speranza che la vita abbia sempre una carezza per me e per tutti!