I giorni in ospedale
- di Redazione
- 6 Aprile 2020
- I Mille Colori di Fausta
La nostra cara Fausta Giorgia Mascia si fa trasportare anche dalle emozioni negative perchè anche la rabbia e l'attesa fanno parte di questo momento
Sono innervosita: è primavera ma qui dentro i profumi, i colori, i cinguettii, lo sciabordio del mare, il frusciare delle foglie, non arriva. È ancora come l'anno passato una primavera perduta. Qui in un letto di ospedale, dove non sto male ma mi manca la mia vita di prima di cui sono stata privata per un anno fra terrore, ospedali e tormenti insieme a tanto dolore.
Sono in attesa della nuova terapia, mi sento stanca e mi manca il conforto di una carezza, di un abbraccio, della presenza dei miei cari che non possono farmi visita a causa dell'emergenza Covid-19. Può chiamarsi vita questa? E ancora chiedo, perché ancora me, così vicino un altro attacco debilitante e cruento? Perché, perché? Mi sento un po' come Giobbe, che improvvisamente perde tutto e il cui dialogo con gli amici, volto a capire le motivazioni degli eventi, non consola il cuore né convince la mente ma dopo tutto, proprio come nel racconto biblico, anche gli amici hanno un ruolo fondamentale in questa situazione.
Sono in attesa della risposta alla mia domanda da parte di Dio, consapevole che il mio dolore è un urlo silenzioso che accomuna tutti coloro che hanno vissuto e vivono la sofferenza come la più grande ingiustizia … Arriverà sicuramente la risposta di Dio perché "Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi"(Salmo 50).