Dietro la porta chiusa
- di Redazione
- 11 Novembre 2019
- I Mille Colori di Fausta
Ritorna l’appassionante appuntamento del lunedì con la rubrica curata dall'amica Fausta Giorgia Mascia
La mia casa è sullo stradone che porta Cagliari. È una delle tante di una fila di costruzioni, tutte differenti l'una dall'altra, sia per l'architettura sia per il numero di piani. La mia è una palazzina dignitosa a due piani più mansarda che contiene ampie portefinestre e finestrine. È una casa che amo: vi sono racchiusi 55 anni di vita, della mia storia personale e familiare. Nella mansarda stanno vecchi mobili, le valigie, oggetti antichi e, spesso, mi reco lì per ritrovare il mio bel passato. Amo tantissimo stare a casa a leggere, scrivere, cucinare, pulire, usare il computer e il telefonino anche se, con quest'ultimo, non vedo la punteggiatura e scrivo ad sensum.
In questi circa tre anni di cure ho anelato al "ritorno a casa": chiudere la porta sul dolore e riappropriarmi del mio mondo intimo e tanto caro è sempre il mio obiettivo, soprattutto dopo le lunghe giornate al Businco. Quando sto a casa mi sento a mio agio con il deambulatore, dono di Eva e Mauro, che mi sostiene: posso fare tante cose in autonomia! Scrivere è la mia preferita. Seduta alla scrivania con lo scorcio di cielo dalla finestra io e la penna che scorre veloce sui fogli. Potrei scrivere al computer ma mi piace avere i miei diari tutti in bell'ordine nella libreria, a ricordo di tempi felici o difficili. Grazie a "Mai più sole", tutti i giorni un piccolo potente spazio è per i miei raccontini: dimentico tutto il mio male, se ne sta quieto ed io scrivo. Questi giorni avrò altre visite e continuo con la chemio ma, la mia casa, in questi anni mi ha accolta, coccolata, ritemprato. Sono pronta e forte per combattere perché, dietro la porta chiusa della mia casa, Kronos è rimasto fuori e mi ha lasciato assaporare il piacere delle piccole cose, della mia ritrovata serenità …