Semplicemente...grazie...

Semplicemente...grazie...

  • di Redazione
  • 7 Giugno 2021
  • Ascoltare, meditare e amare

L’amica Donatella Uda ci regala profonde parole dedicate alla vita, che non merita altro che un grazie immenso

"Grazie alla vita che mi ha dato tanto, mi ha dato due occhi e quando li apro chiaramente vedo il nero e il bianco e nell'alto cielo il suo sfondo stellato.
Grazie alla vita che mi ha dato tanto, mi ha dato l'udito così certo e chiaro.
Grazie alla vita che ha dato il passo ai miei piedi stanchi, con loro ho attraversato città e pozze di fango, lunghe spiagge vuote e poi alte montagne.
Grazie alla vita che mi ha dato il cuore che agita il suo confine, quando guardo il frutto del cervello umano, quando guardo la distanza tra il bene e il male.
Grazie alla vita che mi ha dato il sorriso e mi ha dato il pianto così distinguo gioia dal dolore, così le sensazioni che fanno il mio canto."(Gracias alla Vida di Violetta Parra)
Con i versi della canzone Gracias alla Vida che amo cantare e ascoltare anche in versione italiana, interpretata dalla voce meravigliosa di Gabriella Ferri, in questi ultimi giorni ho ripensato spesso a quand'ero bambina. Nonostante la giovanissima età mi soffermavo a riflettere  su quanto fosse importante vedere, provavo spesso a chiudere gli occhi e a immaginare chi non poteva guardare chiaramente i colori di un arcobaleno, del sole, del cielo, delle stelle, del mare e i volti delle persone care; mettendo le dita nelle orecchie cercavo di capire come era duro e triste non sentire un canto melodioso, il suono del vento, il cinguettio degli uccelli o una dolce parola che spesso accarezza l'anima.
Allo stesso modo mi soffermavo a immaginare chi non riuscisse a far sentire la propria voce per dimostrare parole d'amore, per difendersi, per gridare aiuto, immaginavo chi non potesse sentire il profumo dei fiori, di una torta appena sfornata o di un'essenza; chi non potesse camminare lungo la spiaggia e sentire l'acqua accarezzare i piedi umidi o correre tra i prati in fiore, aver modo di fare una carezza, dipingere un bel quadro o prendere una penna tra le mani come sempre ho amato fare io...
Di anni ne sono passati tanti ma ancora oggi nonostante la malattia e le tante lezioni che la vita mi ha dato continuo a ringraziare perché quella penna su un foglio bianco mi permetteva di imprimere le mie sensazioni, i miei timori e i miei sfoghi, i sentimenti racchiusi dentro l' anima. Dentro quel foglio potevo scrivere qualsiasi cosa e dopo sentivo benessere interiore e quel tempo dedicato era il mio specchio...in cui mi riguardavo. Poi, pian piano, quel foglio bianco è quasi ingiallito, l'ho messo da parte, anche se, in cuor mio sognavo un giorno di poter riprendere nuovamente quella penna in mano e scrivere all'infinito nonostante sia ben consapevole di quanto io abbia bisogno di tante lezioni di scrittura.
Mai, però, avrei pensato di avere l'opportunità di comporre dei semplici racconti per una rubrica online che tante persone avrebbero letto... e per di più di provare il grande onore di essere premiata da una Grande Commissione della XXVIII edizione del premio letterario "Mercede Mundula" insieme alla meravigliosa Valentina Ligas che ho incontrato nel mio cammino di vita e che mi ha "catapultata" in quel sogno da bambina. Per entrambe sabato 5 giugno è stata una serata colma di emozioni e mai avrei comunque pensato di avere un giorno un così prezioso Riconoscimento che dedico con amore infinito ai miei adorati figli: Omar e Daniel.
"Qualunque fiore tu sia,
quando verrà il tuo tempo sboccerai.
Prima di allora una lunga e fredda notte potrà passare.
Anche dai sogni della notte trarrai forza e nutrimento.
Perciò sii paziente verso quanto ti accade e curati e amati senza paragonarti o voler essere un altro fiore,
perché non esiste fiore migliore di quello che si apre nella pienezza di ciò che è.
E quando ciò accadrà, potrai scoprire che andavi sognando di essere un fiore che aveva da fiorire."
(poesia di Walter Gioia).